Che cos’è la cellulite

La cellulite o lipodistrofia localizzata non è esclusivamente un problema estetico, ma una malattia del tessuto connettivo sottocutaneo, la cui struttura, durante tale processo patologico, subisce una vera e propria alterazione.

Questa si manifesta inizialmente attraverso un malfunzionamento delle cellule connettivali con relativo incremento di produzione di fibre collagene che vanno a strozzare le cellule adipose. Successivamente si verifica una congestione dei vasi sanguigni che rimangono compressi e intasati. Da ultimo, confluiscono nella zona interessata rifiuti tossici prodotti dal metabolismo cellulare alterato.
Le cause che producono le alterazioni sopra citate, responsabili dell’insorgenza della cellulite sono molteplici.

La principale è sicuramente da individuare in uno squilibro ormonale; la cellulite, infatti, insorge e si modifica particolarmente durante tre fasi tipiche della vita di una donna: il menarca, la gravidanza, la menopausa.

L’insorgere della cellulite è strettamente legato anche a problemi circolatori, perché il tessuto adiposo – espandendosi – costringe e soffoca determinate zone del corpo, ostacolando la circolazione venosa di ritorno; la circolazione rallentata e difettosa, a sua volta favorisce il continuo accumularsi dei cataboliti.

E’ chiaro dunque che il binomio patologico circolazione/cellulite va affrontato di pari passo e che la questione del soprappeso è praticamente irrilevante: ci sono donne magre con tanta cellulite e donne grasse con poca cellulite.
Una ulteriore causa di cellulite è da ricercarsi in abitudini, stili di vita e terapie pregresse che la paziente ha messo in atto nel corso degli anni. Tra le abitudini errate assumono un’importanza rilevante gli errori alimentari, l’abuso di alcool, il fumo e, non ultima, la sedentarietà.

Anche il problema dei farmaci è molto significativo. Infatti, gli estro-progestinici ( pillola anticoncezionale), gli antibiotici e gli anti-infiammatori sono responsabili dell’insorgenza della cellulite, i primi direttamente in quanto interferiscono nell’equilibrio ormonale, i secondi indirettamente, depositandosi nel tessuto connettivo come pezzi di molecole di rifiuto.

La terapia della cellulite si articolerà quindi su due fronti: stimolare la circolazione e liberare i tessuti dai cataboliti oltre, ovviamente, nella correzioni delle errate abitudini sopra descritte.

Le cure che si possono mettere in atto sono:

  • CAVITAZIONE
  • ENDERMOLOGIE

cellulite1CAVITAZIONE IN BASSA FREQUENZA (16-60KHZ)

La cavitazione avviene quando un liquido è sottoposto in maniera adeguata ad ultrasuono (frequenze da 20 KHz a 10 MHz): quando un’onda acustica passa attraverso un liquido, genera onde di espansione (pressione negativa) e onde di compressione (pressione positiva).

Se l’intensità dell’ultrasuono è abbastanza alta, può causare la formazione, la crescita, ed una rapida decompressione delle bolle di vapore nel liquido: la cavitazione (ossia formazione di cavità gassose all’interno del liquido) è quindi un fenomeno consistente nella formazione di zone di vapore all’interno di un liquido, che poi collassano e implodono.

Ciò avviene a causa dell’abbassamento locale di pressione ad un valore inferiore alla tensione di vapore del liquido stesso, che subisce così un cambiamento di fase a gas, formando cavità contenenti vapore. La dinamica del processo è molto simile a quella dell’ebollizione.

La principale differenza tra cavitazione ed ebollizione è che nell’ebollizione, a causa dell’aumento di temperatura, la tensione di vapore sale fino a superare la pressione del liquido, creando quindi una bolla meccanicamente stabile, perché piena di vapore alla stessa pressione del liquido circostante. Nella cavitazione invece è la pressione del liquido a scendere improvvisamente, mentre la temperatura e la pressione di vapore restano costanti.

Per questo motivo la “bolla” da cavitazione resiste solo finché non esce dalla zona di bassa pressione idrostatica: appena ritorna in una zona del fluido in quiete, la pressione di vapore non è sufficiente a contrastare la pressione idrostatica e la bolla da cavitazione implode immediatamente, sviluppando calore e onde di pressione che possono essere estremamente intense.

La lipocavitazione ad ultrasuoni si sta rilevando in medicina estetica un valido alleato poiché sta dando eccellenti risultati, a fronte dell’utilizzo di apparecchiature realmente efficaci e sicure, con protocolli specificatamente studiati. Le onde che oggi permettono di sciogliere il grasso non sono una novità, visto che da anni sono utilizzate in ecografia per vedere oltre la cute i nostri organi interni ed in campo fisioterapico per la cura delle patologie osteo-articolari, sfruttando le vibrazioni meccaniche e l’effetto termico prodotto da tali onde. Gli ultrasuoni sono onde acustiche a frequenza superiore a quella udibile (maggiore di 20 kHz) e generalmente si utilizzano valori che vanno da 15 a 60 kHz. Gli ultrasuoni utilizzati sono del tipo a bassa frequenza (BF).

La proprietà principale degli ultrasuoni a questo livello di frequenza è di irradiare energia evidenziando questa caratteristica con i prodotti utilizzati. In presenza di prodotti specificatamente studiati, gli ultrasuoni producono una emulsione tra tali prodotti e le impurità della pelle. La forma ed il movimento del manipolo applicatore ne favoriscono l’espulsione e la successiva nebulizzazione.

2. Principi di funzionamento

Gli effetti dell’ultrasuono sul nostro organismo possono essere:
a) termici: sono da attribuire all’effetto Joule. L’onda meccanica degli ultrasuoni determina movimenti molecolari che aumentano l’energia cinetica delle molecole: per effetto Joule l’energia potenziale di cariche elettriche in movimento viene in parte ceduta sottofrma di calore. Ne consegue un aumento della temperatura del materiale biologico che quando supera il valore fisiologico di 37°C può determinare l’inizio della denaturazione proteica e quindi la perdita delle funzioni cellulari.
b) generazione di cavitazione: la testa di emissione di ultrasuoni del Cellulab Titanium, a 40 kHz (la frequenza di emissione è stata fissata a 40 kHz, mentre la potenza di emissione può essere regolata dal 10 al 100% per un valore massimo di 30W), produce una depressione dinamica dovuta alla propagazione del suono, tanto da far scendere la pressione in un punto del liquido al di sotto della tensione dei gas disciolti. Quando la pressione assoluta è inferiore a quella dei gas, si ha formazione di micro bollicine prodotte dalla cavitazione dell’acqua presente (solo liquido interstiziale).
c) micromeccanici: l’energia dell’onda determina, in funzione della sua forza, spostamenti, rotture e variazioni della forma delle molecole biologiche. La spinta meccanica può determinare conglomerazione tra varie molecole, modificazioni di strutture proteiche, rottura di cromosomi, mancata duplicazione del DNA, formazione di radicali liberi, denaturazione dei componenti della membrana cellulare.
I suddetti effetti liberano, rompendo il tessuto adiposo, trigliceridi che vengono raccolti dal sistema linfatico e venoso e raggiungono la grande circolazione: in massima parte vengono eliminati dall’emuntario renale, una parte raggiunge il fegato, dove vengono coniugati a formare lipoproteine.

3. Metodica e protocolli

Con la lipocavitazione ad ultrasuoni possiamo trattare le adiposità localizzate su addome, braccia, fianchi, glutei, interno ed esterno cosce. I trattamenti sono indolori e non invasivi. Tuttavia, a seguito della prima applicazione, può sorgere un edema moderato e localizzato che può, ad un primo esame, non far percepire l’immediata riduzione della massa grassa, riscontrabile invece ad edema riassorbito. Il trattamento lipoclastico è da considerarsi definitivo delle zone nelle zone di applicazione diretta, ma è da considerarsi ripetibile nel tempo, qualora gli adipociti rimasti siano aumentati di volume, per fattori esterni. Nella metodica sperimentata, la zona di adiposità da trattare, viene delineata con matita dermografica e, eventualmente, successivamente cosparsa di comune gel per ultrasuoni. L’applicazione degli ultrasuoni, che avviene attraverso il passaggio di un manipolo, ha una durata massima di 15 minuti per zona (che può essere ripetuta se stiamo trattando vaste aree, ma che non deve comunque superare i 20-30 minuti totali di trattamento). Talvolta soggetti particolarmente predisposti possono avvertire un leggero fischio (che in casi rari può portare alla sospensione del trattamento stesso, ma solo quando il sibilo risulta insopportabile e produce mal di testa). è comunque un evento eccezionale poiché normalmente la frequenza percepita dall’orecchio umano è compresa tra 50 Hz e 16-20 kHz, mentre gli ultrasuoni hanno una frequenza superiore ai 16-20 kHz. Il trattamento, in soggetti sani, prevede un protocollo di una seduta a settimana (che può diventare una seduta ogni 10-20 giorni in pazienti in cui sia sconsigliato generare anche solo un modesto e provvisorio carico epatico). è consigliato un apporto idrico di circa 1,5/2 litri d’acqua prima di sottoporsi al trattamento, al fine di stimolare l’azione depurativa del fegato). è sempre consigliabile attività fisica di supporto (in modo che l’ATP prodotta dal catabolismo lipidico venga utilizzata dal muscolo e non per la biosintesi dei trigliceridi) ed un trattamento drenante a distanza di due o tre giorni (linfodrenaggio o fitoterapia).

4. Procedure con sostanze lipolitiche

Nell’attraversare i tessuti, inducono vibrazioni e calore, e quindi sono in grado di influire sullo stato dei tessuti stessi. A livello del derma, gli ultrasuoni aumentano la permeabilità delle cellule, favoriscono la circolazione del sangue e della linfa e, se sufficientemente potenti, sono in grado di distruggere cellule adipose rompendo la membrana. In pratica gli ultrasuoni associano tre effetti:
1. accelerazione della diffusione intercellulare, che facilita lo smaltimento delle “scorie” dei trattamenti
2. lipoclasi: distruzione delle cellule adipose
3. veicolazione di sostanze attive, che vengono diffuse ed assorbite più facilmente.
Gli ultrasuoni, associati con opportuni farmaci, sono molto efficaci nella cura della cosiddetta cellulite, ovvero delle masse adipose localizzate. Il trattamento consiste nell’applicazione sulla zona da trattare di un farmaco lipolitico in nanoemulsione e nella sua veicolazione tramite ultrasuoni a frequenza di 1MHz e3 Mhz. La nanoemulsione contiene diversi principi attivi.

5. Interventi alternativi

Nel caso di controindicazioni o negazione del consenso all’erogazione del trattamento, l’alternativa è costituita dalla farmacologia – allopatica, fitoterapia, omeopatica, ecc.- e/o da altre terapie fisioterapiche.

6. Procedure pretrattamento

Iniziare il trattamento arrivando a vescica piena (assunzione di almeno 1,5 litri d’acqua; urinare e bere anche durante le varie fasi del trattamento ed assumere liquidi abbondanti per almeno le 48 ore successive, in maniera da rendere più fluida la linfa; la superficie della zona da sottoporre a trattamento va cosparsa con uno strato piuttosto abbondante di sostanza di contatto GEL (interfaccia che favorisce la conduzione acustica dell’energia ultrasonora). La distribuzione dell’energia radiante deve avvenire per mezzo di un massaggio, spostando cioè la testa irradiante sulla parte trattata, in modo da rispettare il principio della uguale distribuzione della dose energetica.

7. Decorso durante e post trattamento

Il decorso fisiologico del trattamento cavitazione US – FB non evidenzia particolari complessità o situazioni a rischio sia dopo le singole sedute sia alla fine del ciclo. è consigliato assumere tisane diuretiche, così da drenare efficacemente il sistema linfatico dai residui catabolici almeno due volte al dì, per due giorni.
Bisogna prestare attenzione agli eventuali scompensi pressori successivi al drenaggio dei liquidi.

8. Controindicazioni

Occorre valutare se esistono controindicazioni al trattamento con cavitazione ad ultrasuoni a bassa frequenza, che è bene non sottostimare. A differenza di apparecchi che generano campi elettrici, la cavitazione ad ultrasuoni può essere effettuata anche su pazienti che presentano protesi metalliche e pacemaker.
– AFFEZIONI VASCOLARI VENOSE CON TROMBOSI O TROMBOFLEBITI NELL’AREA DA TRATTARE IN FASE ACUTA
– ALLATTAMENTO
– ARTICOLAZIONI CON EPIFISI IN FASE DI ACCRESCIMENTO OSSEO
– EMATOMI (RISCHIO DI SANGUINAMENTO)
– EVITARE DI IRRADIARE IN PROSSIMITà DI GHIANDOLE ENDOCRINE O NELL’AREA CARDIACA ANCHE IN SOGGETTI SANI (MODIFICAZIONE DEI POTENZIALI DI AZIONE E DELLE PROPRIETà CONTRATTILI)
– EVITARE IN CASO DI LESIONI CUTANEE ED ALTERAZIONI DELLA SENSIBILITà (SOPRATTUTTO NEI DIABETICI CON COMPLICAZIONI NEUROPATICHE)
– EVITARE L0USO SULL’OCCHIO OD IN PROSSIMITà DI ESSO (PER EFFETTO DI CAVITAZIONE DEL MEZZO FLUIDO E QUINDI LA POSSIBILITà DI DANNO IRREVERSIBILE) PER PERICOLO DI EMORRAGIE E DISTACCHI RETINICI
– EVITARE QUALSIASI TRATTAMENTO IN SEDE ADDOMINALE E PELVICA DURANTE LA GRAVIDANZA O PERIODO MESTRUALE
– GRAVE DISFUNZIONE RENALE
– GRAVI DISFUNZIONI AL FEGATO
– IPERCOLESTEROLOMIA ED IPERTRIGLICERIDEMIA
– LIPOMI
– MALATTIA IN FASE EVOLUTIVA
– OSTEOPOROSI (POSSIBILITà DI AGGRAVARE I FENOMENI DI DECALCIFICAZIONE: NON RAPPRESENTA UNA CONTROINDICAZIONE ASSOLUTA MA IN QUESTO CASO OCCORRE USARE IL MODO PULSATO A BASSA FREQUENZA CON MANIPOLO 16-48 KHZ)
– PACEMAKER (DA VALUTARE)
– PRESENZA DI PROTESI NELLA ZONA DA TRATTARE (DA VALUTARE)
– PROBLEMI DI COAGULAZIONE DEL SANGUE
– TUMORI

ENDERMOLOGIE

La tecnica LPG viene praticata da tecnici professionisti con un’apparecchiatura che permette di realizzare una meccanizzazione tissutale delicata e mirata, soprattutto a livello delle cellule adipose dell’ipoderma.

Questa ginnastica cutanea consente di riarmonizzare il tessuto connettivo e di stimolare la circolazione sanguigna e linfatica, favorendo gli scambi metabolici.

Risultato: un corpo più armonioso, una pelle più tonica e vellutata. Inoltre, questo trattamento indolore procura benessere e rilassamento, senza interventi invasivi. Le funzioni dell’organismo e della pelle vengono così naturalmente ripristinate. Per maggiori informazioni sulla metodica consultare il sito ufficiale.